Miei cari appassionati di telefilm, oggi parliamo di uno dei telefilm “crime” più amati degli ultimi anni.
Mettiamo una donna, Brenda Leigh Johnson , intelligente, in gamba, che per 7 anni è Capo della divisione Crimini Maggiori di Los Angeles. Mettiamo che poi un giorno arriva un’altra donna, Sharon Raydor
, più grande d’età, bella, bellissima. Tanto bella, quando risoluta, altrettanto intelligente. Mettiamo queste due donne insieme e ne viene fuori la fine del mondo.
Mettiamo pure che il Capitano Raydor si ritrova ad indagare sulla condotta della Johnson e della sua divisione
, suscitando le antipatie di tutta la Crimini Maggiori. Mettiamo che un giorno, la Johnson è costretta ad andare via dalla Crimini Maggiori e mettiamoci, giusto per rendere il tutto più divertente, che al suo posto arriva proprio lei, Sharon Raydor. Cosa ne esce fuori?
Major Crimes, il telefilm crime più di successo degli ultimi 3 anni.
Spesso, le crime serie sono un pò bistrattate; trattandosi spesso di serie tv, caratterizzate da episodi fini a se stessi, non vengono seguite con costanza e attenzione. Major ha il pregio di essere in realtà un crime drama, ossia un telefilm di crimini, ma con un’importante componente personale, che lo rende vicino ai telespettatori.
A questo doppio binario va ad aggiungersi un’altra caratteristica, a mio avviso, molto importante: il realismo. Eh si, perché Major Crimes è vero: parla di storie vere e le racconta in modo realista.
Sharon Raydor è un donna qualsiasi, con figli grandi che hanno spiccato il volo, un matrimonio fallito alle spalle, e una nuova posizione da ricoprire. Perché quando il Capitano Raydor approda alla Crimini Maggiori in sostituzione della Johnson sono cavoli amari. Chi potrebbe mai volere come capo la donna che per 3 anni li ha tartassati? Nessuno! Non Provenza che credeva di subentrare lui in sostituzione della Johnson, non Flynn, il tenente con cui la Raydor più volte si è trovata a scontrarsi in The Closer.
Eh si, perché Major Crimes non è lo spin-off di The Closer, è piuttosto il diretto sequel. Stessi personaggi (qualche leggera modifica) e un grosso switch: via Brenda, dentro Sharon.
Ancora una donna. E che donna!
Non preoccupatevi, però, non si parla solo di omicidi, rapimenti, poliziotti che inseguono cattivi. Major Crimes parla di persone, parla di adozioni, di famiglia, di amicizia. Si parla dell’omosessualità e di come la scoperta di questa possa essere affrontata. E poi si, anche d’amore. Se v’aspettate, però, l’amore da teenagers affamati, con la solita storia del “lui ama lei ma lei ama l’altro”, allora cambiate canale perché Major non fa per voi.
Questo telefilm parla dell’amore in tutte le sue sfaccettature: dell’amore verso un distintivo, dell’amore per gli amici, dell’amore verso la vita e dell’amore, quello che intendiamo di solito, vero verso qualcuno. Immaginate di essere sulla tarda cinquantina, di avere due figli grandi con una vita propria. Immaginate un matrimonio fallito miseramente e immaginate di restare aggrappate all’unica cosa che ancora vi da soddisfazione, il lavoro. Ora immaginate un giorno la persona con cui non andate per niente d’accordo, l’avete fatto? Benissimo. Immaginate che voi diventiate il suo capo e che d’un tratto vi ritroviate a lavorare insieme, insieme per davvero. Immaginate che un giorno quell’odio tra di voi svanisca lentamente e diventi tolleranza. Poi rispetto. Un giorno quel rispetto si tramuta in amicizia. Ora immaginate per un’ultima volta e vi ritroverete con sentimenti, reali, incomprensibili. Sentimenti che fanno parola e che non si sanno gestire. Mettete tutto questo insieme e avrete Sharon e Andy.
E anche questo è Major Crimes. E non ci sono crimini, ve l’avevo detto.
Personalmente, io vengo da una lunga tradizione di telefilm del cosiddetto genere “crime”. Sono stata fan di The Closer e ammetto di aver titubato quando Major iniziò. Infatti non lo guardai, ero stufa degli spin-off. Se un telefilm finisce, deve finire, mi dicevo. E mi sbagliavo. Major Crimes mi ha letteralmente conquistata. A partire dalla sua capacità di trattare temi complessi con delicatezza e attenzione, finendo con i personaggi ben costruiti, tutti circondati da un’aurea di familiarità. Adoro, follemente, il personaggio di Louie Provenza, veterano del gruppo. Il miglior “Son of a Nutcracker” (prometto che capirete) della storia. Il serio giullare di corte, con una parole “cattiva” per tutti. E lo amerete anche voi, ne sono sicura!
Non voglio spoilerarvi troppo, sappiate solo che Major Crimes è favoloso! E che c’è Mary McDonnell e di lei dire che è favolosa è dire veramente poco. Troppo poco!
La mia spudoratissima pubblicità a Major finisce qui. Vi saluto e… Buona Domenica a tutti!
-Angie